La fase finale,
di ogni azione,
di ogni confusione,
dopo ogni depressione:
L’Accettazione.
Una strada per la perfezione.
Non ho altro che una storia da raccontare,
di chi tocca il fondo,
e ogni volta,
sembra che sia sempre più profondo.
Devo accettare,
il fatto di essere morto.
Parti di me che sono perse per sempre,
parti di me perse tra la ragione e il torto.
Ho sentito dentro di me,
ogni cosa:
la rabbia, e la speranza,
il dolore, ogni discrepanza.
La voglia di rivedere
Chi ho perso,
e la realtà che mi ributta in faccia
l’impossibilità di questo atto,
in cui mi sono immerso.
In cui mi son spesso sentito triste
E depresso.
Ma è così,
che non sono più lo stesso.
Sto dando addio,
a delle persone,
o ad una parte di me?
Sono come morto per loro, e loro per me.
Continuo a chiedere a questo silenzioso Dio,
che se c’è,
non sarebbe male.
Accetto queste perdite,
ma mi piacerebbe
ricominciare da zero,
e rivederle.
È con questo sentore,
e questo dolore,
che mi preparo
alla terribile eventualità,
di non poterle rivedere
mai più.
Questa è la bastarda realtà,
la forte attualità,
che uccide
ogni possibilità.
Ogni speranza.
Ed è la prima volta
che mi sento così,
ci tenevo davvero,
altrimenti,
questo dolore
non sarebbe esistito.
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